Le politiche attive del lavoro sono tutte le iniziative attuate dagli enti statali e locali per promuovere l’occupazione. Differiscono dalle politiche passive progettate per fornire sostegno al reddito. Tuttavia, l’obiettivo principale delle politiche attive del lavoro è il reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro.
Molti temi sono destinatari di politiche attive a sostegno del lavoro, e va sottolineato che queste possono variare a seconda dei documenti di programmazione in corso e da regione a regione. Tuttavia, gli attuali beneficiari delle politiche attive del lavoro sono:
Una volta ottenuto il certificato attestante i requisiti di invalidità, nei seguenti casi è necessario recarsi presso il centro per l’impiego della propria Provincia:
Di conseguenza, parteciperà a un posizionamento mirato, che promuove l’inclusione nel mondo del lavoro delle Categorie Protette.
Non è facile allinearsi a tutta la gamma delle misure governative a sostegno de le politiche attive del lavoro perché, come detto, ogni Regione sviluppa le proprie soluzioni in autonomia.
Attualmente, i Centri per l’Impiego rappresentano il principale punto di accesso alle informazioni su le politiche attive del lavoro a livello locale.
Le persone in cerca di lavoro possono recarsi lì per un colloquio di benvenuto, beneficiare di tutti i servizi e delle misure politiche positive (formazione e orientamento professionale, sostegno all’occupazione, promozione del tirocinio, ecc.) e ottenere informazioni sulle opportunità di lavoro a livello nazionale e comunitario. qualifiche e formazione ai fini dell’integrazione o del reinserimento.
In alternativa potete rivolgervi alle agenzie per il lavoro; alle scuole superiori pubbliche ed eque; università, pubbliche e private; a comuni e camere di commercio; le associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative a livello nazionale; per associazioni di beneficenza, organizzazioni bilaterali e associazioni senza scopo di lucro con finalità di tutela del lavoro, sostegno e promozione delle attività imprenditoriali, progettazione e realizzazione di luoghi di formazione e apprendimento, formazione e tutela delle persone con disabilità.
Gurantee Youth è un progetto dell’Unione Europea per contrastare la disoccupazione giovanile.
Prestiti a paesi con disoccupazione giovanile superiore al 25%.
Il Programma Garanzia Giovani fa parte delle politiche attive del lavoro stanziate dal governo ed è rivolto ai disoccupati di età inferiore ai 30 anni e non è incluso in alcuna formazione, NEET – Not in Education, Employment or Training.
Specifico: Giovani Neet tra i 15 ei 29 anni di tutte le Regioni e AP di Trento.
I giovani fino a 3 anni che risiedono in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, siano essi in formazione o formazione, possono usufruire delle opportunità de l’Axis 1bis
Giovani le persone ricevono “una preziosa offerta di lavoro, istruzione o formazione di qualità per un tempo limitato dall’inizio della disoccupazione o dall’abbandono dell’istruzione formale.
Anpal è l’organo di governo nazionale per le politiche attive del lavoro.
Data la natura dei servizi e degli interventi proposti, il programma è attuato principalmente dalle Regioni in qualità di intermediario.
Anpal gestisce centralmente una serie di progetti speciali.
Le offerte di lavoro, formazione continua, apprendistato o tirocinio sono individualizzate e tengono conto di fattori che rendono più difficile l’inserimento lavorativo (es. variabili territoriali), demografici, famiglie e individui). L’offerta deve essere fornita entro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione o formazione
Il progetto Garantie Jeunes offre anche mobilità professionale con tempo di lavoro all’estero.
Il rimborso delle spese sotto forma di voucher emessi dalla Regione dovrebbe favorire questo approccio nei confronti dei cittadini europei integrati.
Tra le politiche attive del del lavoro, l’indennità di reinsediamento (Adr) è uno strumento per aiutare il reinsediamento nel mercato del lavoro.
È l’importo utilizzato dai fornitori di servizi di supporto personalizzato per la ricerca di lavoro (centro per l’impiego o agenzia di servizi per l’impiego accreditata).
Si tratta del primo intervento di politica del lavoro attivo a livello nazionale coordinato dall’Anpal e amministrato da una rete di servizi per l’impiego pubblico-privato, con l’unificazione delle Regioni e delle Province Autonome.
L’indennità di trasferimento ne le politiche attive del lavoro può essere spesa presso un centro per l’impiego o un operatore autorizzato.
Gli accreditati sono tenuti a comunicare all’Anpal le sedi operative dove sono disponibili i servizi di supporto.
L’organizzazione prescelta, se riesce a spostare al lavoro i beneficiari dell’adr, riceverà un importo calcolato in base alla tipologia di contratto.
CDI, compreso il tirocinio: da € 1.000 a € 5.000.
Contratti a termine di 6 mesi o più: da € 500 a € 2.500.
Contratti da 3 a 6 mesi (3 mesi per Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia): da 250 € a 1.250 €.
Le politiche aggressive non sempre riescono a raggiungere il primo obiettivo di sfollamento o integrazione delle persone nel mondo del lavoro.
Basti pensare al numero di volte in cui l’ufficio di collocamento o il centro per l’impiego chiama le persone in lista di smistamento. Si spera che le cose migliorino non solo per i giovani, ma anche per i disoccupati tra i 40 e i 50 anni, una categoria che viene sempre più trascurata.