Negli ultimi due anni si è assistito ad una netta accelerazione nell’adozione delle nuove tecnologie.
Il cloud computing, i Big data e l’e-commerce rimangono priorità elevate, tuttavia c’è stato anche un aumento significativo dell’interesse per la crittografia, che riflette le nuove vulnerabilità della nostra era digitale, e un aumento significativo del numero di aziende che si aspettano di adottare robot non umanoidi e intelligenza artificiale, con entrambe le tecnologie che stanno lentamente diventando un pilastro del lavoro in tutti i settori.
Queste nuove tecnologie sono destinate a guidare la crescita futura di tutti i settori industriali e ad aumentare la domanda di nuovi ruoli e competenze, tuttavia si registra che l’adozione della tecnologia avrà un notevole impatto sui posti di lavoro dei lavoratori, spostando alcuni compiti svolti dall’uomo nel regno del lavoro svolto dalle macchine.
I dati dell’Indagine sul futuro del lavoro del World Economic Forum mostrano che le aziende prevedono di ristrutturare la loro forza lavoro in risposta alle nuove tecnologie.
In particolare, le aziende sembrano intenzionate a trasformare la composizione della loro catena del valore, introducendo un’ulteriore automazione, riducendo l’attuale forza lavoro o espandendo la loro forza lavoro (come risultato di una più profonda integrazione tecnologica) ed il loro uso di appaltatori per il lavoro specializzato.
La riallocazione dei compiti tra uomo e macchina è già in movimento.
Analizzando i dati della Future of Jobs Survey 2020, i datori di lavoro prevedono che entro il 2025 le professioni emergenti cresceranno dal 7,8% al 13,5% (5,7% di crescita) del totale dei dipendenti dell’azienda intervistati.
Sulla base di queste cifre, si stima che entro il 2025, 85 milioni di posti di lavoro potrebbero essere spostati a causa di uno spostamento della divisione del lavoro tra uomo e macchina, mentre potrebbero emergere 97 milioni di nuovi ruoli più adatti alla nuova divisione del lavoro tra uomo, macchina e algoritmi.
La versione 2020 dell’Indagine sul futuro del lavoro rivela come una serie di ruoli stanno emergendo in modo distintivo all’interno di settori specifici, che vanno a comporre il terziario avanzato, considerato il settore cruciale; comprende tutte le attività della finanza, della ricerca, dei servizi informatici, dei servizi di consulenza alle imprese, dei media e in generale dall’intrattenimento che hanno preso il posto di agricoltura, industria, commercio e trasporti e tale trasformazione dei processi produttivi caratterizzati da una competitività̀ basata sul tempo ha portato con sé un radicale mutamento delle competenze rendendo necessario un personale qualificato e competente in tutti i segmenti produttivi.
Tra i lavori emergenti che saranno sempre più ricercati nei prossimi anni troviamo:
• gli ingegneri materiali nel settore automobilistico
• gli specialisti dell’E-commerce e dei Social Media nel settore dei consumi
• gli ingegneri delle energie rinnovabili nel settore dell’energia
• gli ingegneri FinTech nei servizi finanziari
• i biologi
• i genetisti in ambito sanitario
• gli scienziati e i tecnici del telerilevamento in ambito minerario e metallurgico
Lavori che saranno meno richiesti
Al contrario, i ruoli che sono destinati a diventare sempre più ridondanti entro il 2025 rimangono:
• gli addetti all’inserimento dei dati
• segretari amministrativi ed esecutivi
• contabili e addetti alla contabilità e al libro paga
• contabili e revisori dei conti
• addetti all’assemblaggio e agli stabilimenti
• addetti ai servizi e alle imprese
• responsabili amministrativi.
In poche parole, tutto quello che possono fare i computer, le macchine e i robot avrà meno bisogno di personale umano
Quello che invece richiederà specializzazione, personalizzazione, manualità… continuerà sempre più a richiedere l’ intervento di personale che dovrà essere altamente spiecializzato.