Smart working e telelavoro, il modo di lavorare che tutti abbiamo imparato a conoscere

Smart working e telelavoro, detto anche  Il lavoro agile (o working smart) è una modalità di attuazione dei rapporti di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli di tempo o di spazio e organizzato in fasi, cicli e obiettivi, che vengono stabiliti di comune accordo tra lavoratore e datore di lavoro; un metodo che aiuta il lavoratore a conciliare vita e tempo di lavoro e, allo stesso tempo, aumenta la sua produttività.

la pratica  dello smart working (telelavoro) è stata adottata dalle aziende durante le emergenze, come quelle che interessano l’Italia da marzo 2020 a causa della diffusione del coronavirus.

smart working e telelavoro

Smart Working – noto nel mondo anglosassone come telelavoro – ha così sfidato i tradizionali vincoli legati agli obblighi orari di ufficio.
Questa pratica autorizza o almeno autorizza i lavoratori e consente loro di gestire il proprio lavoro in modo indipendente.

I principi cardine di questo approccio al lavoro sono infatti:

flessibilità
autonomia
fiducia
responsabilizzazione
collaborazione
ottimizzazione di strumenti e tecnologie

Definizione di Smart working e telelavoro, contenuto nella legge dei numeri. 81/2017, sottolineando la flessibilità organizzativa, la volontarietà delle parti dei singoli accordi e l’utilizzo di strumenti per lavorare a distanza (quali: laptop, tablet e smartphone).

Ai lavoratori intelligenti è garantita la parità di trattamento economico e giuridico con i colleghi che svolgono i servizi secondo le modalità abituali.
Per loro è quindi prevista la tutela in caso di infortuni e malattie professionali, secondo le modalità esemplificate dall’INAIL nella Circolare n. 8/2017.

Dal 15 novembre 2017 le imprese che richiedono la modalità individuale di lavoro in smart working possono presentare tali convenzioni attraverso l’apposita piattaforma informatica predisposta sul portale dei servizi del Dipartimento del Lavoro e delle Politiche Sociali.

All’atto della presentazione del contratto personale devono essere indicati i dati relativi al datore di lavoro, al lavoratore dipendente, al tipo di lavoro flessibile (fisso o a tempo indeterminato) e alla sua durata.
È inoltre possibile modificare i dati inseriti nel sistema o annullare l’invio.

Differenze tra Smart Working e telelavoro

Troppo spesso sbagliamo a credere che Smart Working e telelavoro siano la stessa cosa.
Sebbene i due approcci abbiano punti di contatto diversi, la differenza tra smart working e lavoro a distanza è principalmente correlata a due aspetti della dimensione del lavoro:

  • posti di lavoro;
  • ore di lavoro.

La principale differenza tra  Remote Working è, infatti, un concetto base fondato sulla pratica.
Inoltre, va considerato che il telelavoro è un’opzione che i dipendenti fanno all’inizio del rapporto di lavoro, nel lavoro a distanza anziché in ufficio, con obblighi on line sul posto di lavoro.
smart working non è un’opzione definitiva, ma una via, anche temporanea, per esigenze specifiche.

Rispetto allo Smart Work,  ha orari più ristretti che, di norma, rispecchiano quelli previsti per i dipendenti che svolgono le stesse mansioni all’interno dell’azienda.
Tuttavia, anche nel caso di lavoro a distanza, è necessario un accordo scritto tra le parti, il lavoratore e il datore di lavoro.

Tra i punti di contatto tra smart working e telelavoro c’è sicuramente l’utilizzo delle tecnologie che rendono possibile il telelavoro e l’utilizzo della connettività Internet.
Il punto di forza di entrambi i modi di lavoro è la restrizione dei movimenti.

I vantaggi sono sostanziali: riduzione del traffico e inquinamento.
Inoltre, nel contesto della pandemia, si evitano occasioni di contagio, consentendo la ripresa delle attività lavorative.

Per le aziende, sia del settore privato che pubblico, la formula del telelavoro è estremamente pratica: a partire dai consumi di energia elettrica legati all’utilizzo delle postazioni informatiche, dell’illuminazione e della climatizzazione degli uffici, per consentire ai propri dipendenti di lavorare da da casa o anche semplicemente gestire gli straordinari lavorando da remoto consentendo notevoli risparmi sui costi di esercizio e di manutenzione.

Anche il modo in cui le organizzazioni comunicano con le risorse umane sta cambiando in meglio, a condizione che l’organizzazione sviluppi gli strumenti giusti per gestire i team virtuali e ottimizzare i canali digitali.
Le sedi fisiche dell’ufficio risorse umane potranno essere sostituite da contact center e piattaforme social aziendali, che, se opportunamente implementate su soluzioni di intelligenza artificiale, risulteranno sempre più efficaci grazie all’avvento degli assistenti virtuali.

Per stabilire i privilegi delle imprese – pubbliche e private – e dei dipendenti per le varie forme di telelavoro contrattuale, occorre un organismo giuridico abbastanza sostanziale.
Oltre agli accordi quadro italiani ed europei, il lavoro a distanza nella pubblica amministrazione è espressamente autorizzato dall’articolo della legge 191 del 1998, che si applica anche al settore privato, fornendo indicazioni sull’uso delle postazioni di lavoro, sulle modalità di collegamento e autenticazione a sistemi, comunicazioni tra uffici e l’uso di firme elettroniche ove applicabile.
Da citare anche i numeri tondi Inps. 52 del 27 febbraio 2015, fornisce le linee guida operative per l’attuazione dell’Accordo Nazionale sul Progetto Lavoro a Distanza da Casa.