Abbiamo visto la figura del dietista e la differenza che c’è anche con il Nutrizionista.
Sicuramente quella del Dietologo, tra le tre, è la figura più importante, quanto meno a livello di formazione e di competenze.
E’ l’esperto che in ambito sanitario, area medica, applica la scienza della alimentazione alla nutrizione umana per contribuire alla cura ed alla prevenzione di varie patologie.
Il dietologo è in grado di definire scientificamente i bisogni nutrizionali dell’uomo e, di conseguenza, propone una corretta alimentazione in grado di contribuire al benessere (fisico e anche psicologico) degli individui.
In base all’analisi delle esigenze, predispone interventi nutrizionali per comunità (scuole, case di riposo, ospedali), per gruppi d’età (infanzia, età evolutiva, anziani) o per situazioni particolari (attività sportiva, gravidanza, allattamento). Il trattamento dietetico può essere utilizzato sia come prevenzione sia come cura delle varie patologie (gastrointestinali, epatobiliari, renali, pancreatiche e cardiocircolatorie) o in situazioni in cui l’organismo ha carenze o necessità nutrizionali particolari.
Predispone anche particolari percorsi dietologici per combattere i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia) che portano al soprappeso corporeo, all’obesità o a magrezze patologiche.
Nello svolgere la sua attività collabora con altre figure professionali, in particolare ciò avviene quando la sua presenza è richiesta negli ospedali, nelle case di cura, nelle scuole, nelle comunità di anziani.
Per cui ha rapporti con gli altri medici, gli psicologi, gli psichiatri, gli infermieri, i direttori di case di riposo, i dietisti delle mense scolastiche, ma anche con biologi, chimici (laboratori di analisi) che forniranno le analisi specialistiche necessarie.
Il dietologo è un medico (laurea in medicina e chirurgia con diploma di abilitazione all’esercizio della professione) che segue un corso di specializzazione post-laurea.
Sino al 1994 molteplici erano gli itinerari formativi per accedere alla professione; ciò avveniva attraverso borse di studio ottenute presso strutture ospedaliere o con la frequenza di corsi di specializzazione presso strutture private. In seguito una certa chiarezza è stata fatta dal Murst che ha stabilito, per esigenze del servizio sanitario nazionale, di istituire nell’ambito universitario la Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione di durata quadriennale; al suo interno è stato costituito un indirizzo finalizzato all’intervento dietologico e dietoterapeutico (l’accesso a tali corsi è limitato).
Il percorso formativo di un buon dietologo deve anche prevedere un continuo aggiornamento professionale che permetta di seguire la continua evoluzione scientifica.
Il dietologo, oltre alle conoscenze di base derivanti dalla laurea in medicina e chirurgia, deve affrontare un ampio spettro di materie che gli permettano di intervenire sugli aspetti fisiologici e patologici della nutrizione.
Possiede conoscenze specialistiche di biochimica della nutrizione e chimica degli alimenti, dei principi della diagnosi nutrizionale (malattie del metabolismo e della nutrizione), della dietetica e della dietoterapia, di fisiologia e patologia della nutrizione.
Fanno anche parte del suo bagaglio professionale le conoscenze inerenti l’igiene degli alimenti per prevenire e controllare le malattie trasmissibili con gli alimenti e sapere valutare le modificazioni delle qualità nutrizionali indotte dalle elaborazioni (industriali e non) degli alimenti.
Dovrà anche avere nozioni di statistica applicata alla nutrizione per realizzare studi epidemiologici e di legislazione sanitaria ed alimentare.
Altrettanto importanti sono le conoscenze di psicologia del comportamento alimentare.
Innanzi tutto sa diagnosticare i fabbisogni nutrizionali delle singole persone che si rivolgono a lui per motivi estetici, patologici, o anche per attività sportive, e predisporre diete specifiche e personalizzate di cui deve sapere verificare l’efficacia in itinere e interpretare i risultati finali.
Le conoscenze acquisite gli permettono di individuare le qualità degli alimenti ed utilizzarle per i fabbisogni nutrizionali; di giudicare le loro modificazioni, tossicità e pericolosità per l’organismo; tali elevate competenze possono sfociare in funzioni di ricerca nell’ambito dell’industria alimentare e della nutrizione artificiale.
Per quanto riguarda più prettamente il servizio dietetico ospedaliero, il dietologo deve essere in grado di predisporre l’alimentazione artificiale dei pazienti e valutare le possibili interferenze tra farmaci ed alimentazione.
Il dietologo deve anche avere una buona capacità comunicativa e grande capacità di ascolto. Inoltre, operando spesso in collaborazione con altri, deve sapere lavorare in équipe ed avere buone doti organizzative nel programmare gli interventi; sono anche essenziali spiccate doti di responsabilità deontologica e capacità di intervenire in completa autonomia.
Insomma, sono sempre più le persone che oggi hanno bisogno di uno specialista come il dietologo; ci si rivolge a lui o a lei quando abbiamo problemi legati in qualche modo al cibo e alla nutrizione dai quali possono poi derivare complicazioni serie e da non sottovalutare a livello fisico ma anche psicologico.